CASTELVETRANO - IL TERRITORIO
Il territorio di Castelvetrano è geologicamente abbastanza recente. Esso comprende un’ampia pianura, dalla quale si sale verso l’interno attraverso dei rilievi collinari di natura tufacea o calcarenitica e, al confine con il comune di Salemi, gessosa.
Il sistema collinare è solcato da tre fiumi: Belice, Delia e Modione; notevoli sono anche le risorse idriche sotterranee.
E’ un ambiente prevalentemente agricolo, con vigneti e oliveti, mentre sono quasi scomparsi i terreni seminativi e le coltivazioni degli agrumi e del mandorlo.
Anticamente, fino al XVII secolo, il territorio costiero era ricoperto da una foresta di querce e di macchia mediterranea (la foresta di Birribadia), di essa restano alcuni brandelli che costituiscono delle nicchie ecologiche che si sono sviluppate su terreni rocciosi : "li Magaggiari".
Ne è un esempio Pietra Belice, creata da una falda tettonica e che si presenta come un vero canyon attraversato da un affluente del Belice e interamente ricoperto di macchia mediterranea.
La parte superiore di Pietra Belice è ricca di flora endemica, notevole è la presenza dell’origano selvatico (satareddu) e dell’oleastro, vi si possono inoltre rinvenire animali come la volpe e l’istrice.
Sul litorale di Castelvetrano, ad est del Parco Archeologico di Selinunte, si estende la Riserva Naturale Orientata della Foce del Belice, interessata da formazioni sabbiose a duna.
Tale riserva è ricca di flora e fauna endemiche; numerosi uccelli migratori vi sostano per qualche tempo, nelle acque dolci del fiume vivono l'Anguilla ed il Cefalo.
Sulla spiaggia nidifica la tartaruga marina Caretta Caretta.
Il mare, che bagna il territorio castelvetranese, è ricco di molte specie di fauna ittica endemica.
Un’altra caratteristica del territorio di Castelvetrano è la presenza dei Bagli.
Essi sono costituiti da un nucleo fortificato, residenza del signorotto, attorno al quale si sviluppano le altre fabbriche in modo tale da realizzare una cortina difensiva continua attorno al nucleo centrale.
Le fabbriche erano prevalentemente destinate alla raccolta ed alla trasformazione, in loco, dei prodotti agricoli della viticultura e dell’olivicultura.
Gli uomini che lavoravano nei campi, i cosiddetti "Acqualori", abitavano in pochi vani che servivano solo per riparo, "li pagghialori".
Lungo i fiumi Belice e Modione si trovano degli antichi mulini, in quanto la portata dei due fiumi era, nei tempi passati, assai notevole.
Sono da ricordare il vecchio mulino (di epoca romana ) sul fiume Belice e i ben 14 mulini :
Scaglio, Terzi, Guirbi, S. Giovanni, Mezzo (XV sec.), Messerandera, S. Nicola, Mulinello, Garofalo (XV sec.), Paratore, Mangogna, Errante, La Rocca e Garibaldi sul Modione.
Oggi però essi sono tutti inattivi.
Il grano anticamente veniva trasportato sulla soma di Asini e di Muli, quadrupedi che, nella nostra zona, sono ormai ridotti a pochi esemplari.
Il fiume Delia arrestato nel comune di Castelvetrano da una diga, forma un invaso, detto della Trinità Delia, che allunga le sue acque fin sotto le montagne di Salemi.
Lungo il suo corso il territorio è ricco di flora e di fauna endemiche e vi sostano, inoltre, diversi uccelli migratori.
Nelle acque del bacino artificiale Delia vivono l'Anguilla, la Carpa, la Tinca e il Luccio; negli anni '80 è stata introdotta la Trota Fario.